CHRISTOPH NIEMANN – NETFLIX ABSTRACT THE ART OF DESIGN
CHRISTOPH NIEMANN – NETFLIX: ABSTRACT THE ART OF DESIGN
Note, appunti e citazioni, riportate qui per riflettere sul mondo della creatività
Quando, per la prima volta mi è capitato di vedere questo documentario, ho sentito il desiderio di riguardarlo.
Alla seconda volta ho sentito la necessità di prendere appunti.
Li ho letti e riletti, quindi ho pensato che potevano essere utili ad altri.
Perciò ho deciso di scrivere questo nuovo post nel mio dormiente blog.
Ciò che trovate di seguito sono alcune frasi pronunciate da Christoph Niemann, artista illustratore, durante la puntata a lui dedicata da Netflix della serie: Abstract, the art of design.
In generale questi “pensieri” si possono adattare a tutti coloro che svolgono un’attività creativa, come la nostra professione di fotografi.
Spesso Niemann, “confidandosi” davanti alla telecamera, esponendo i propri dubbi, le proprie paure e condividendo i propri stati d’animo, suggerisce delle domande a chi come me è sempre piuttosto dubbioso.
Mi auguro possiate trovare il tempo di guardare la puntata su Netflix, la reputo una delle cose più interessanti che mi sia mai capitato di vedere ultimamente.
Nel frattempo vi invito a leggere queste annotazioni che ho trascritto, ognuna di loro merita, a mio parere, qualche momento di riflessione.
CHRISTOPH NIEMANN – 22 appunti ricavati dal documentario
- Scartare tutto ciò che non è essenziale per affermare qualcosa.
- Le idee necessitano di specifiche quantità di informazioni, a volte sono molte, con molti dettagli, molto realismo. A volte è sufficiente una sola linea, un solo pixel. Ma ogni idea ha un suo posto su questa scala.
- (Guardando il lavoro di un artista) ”Noti subito il suo impatto culturale!”.
- (Riguardo ai lavori ripetitivi) Si pensa che dopo averne fatto due o tre (copertine nel suo caso) improvvisamente diventi un lavoro come gli altri, invece no, perché è estremamente stimolante, ma non diventa mai facile.
- (cit. di Chuck Close) “L’ispirazione è per i dilettanti, noi professionisti ci alziamo e andiamo a lavorare.” La cosa che preferisco di questa frase è che ti libera dalle pressioni. Non si tratta di aspettare per ore che il momento dell’ispirazione arrivi, si tratta solo di alzarsi e mettersi in moto.
- Per ogni buon risultato che ho ottenuto, ricordo chiaramente di aver lavorato di cattivo umore e molto nervoso. A dire il vero sono troppo diffidente quando le ore di lavoro sono troppo piacevoli, perché so che questo non farà bene al risultato.
- Al 3D super definito preferisco un disegno a china, un disegno piatto nel quale potersi immergere e che circondi l’osservatore.
- (Durante la realizzazione dell’opera) “Prova a metterci dentro qualcosa di cui ti potresti pentire. Di solito è ciò che la rende più interessante”.
- Sono convinto che bisogna cambiare direzione finché va tutto bene.
- Sentivo che l’unico modo per crescere fosse di allentare la pressione.
- (Riguardo alla figura dell’artista) Quando sveli il reale, lo annienti! Onestamente? Beh, nessuno ama l’autenticità. L’autenticità è come cambiare il pannolino a tuo figlio. E’ una bella idea in astratto, ma nella realtà è…
- Qualsiasi cosa avvenga dalle 9 alle 18 (i suoi orari di lavoro) è essenziale. Ma alcune cose devono avvenire fuori dallo studio, come andare ad un museo.
- (Rapporto tra artista e osservatore) L’idea è che le rispettive esperienze si incontrino, e le immagini facciano da tramite.
- Il grande problema con il quotidiano è che tutto inizia a sembrare uguale, quindi cerco continuamente di reinventare il mio approccio alle immagini, perché sia io che il pubblico cambiamo costantemente.
- Questo approccio di apertura verso l’inatteso, così difficile, è una nuova strada che conduce a momenti magici.
- Non leggo molto perché non ho bisogno di evadere, io voglio che la vita vera sia interessante.
- (Riguardo ad un suo lavoro) Probabilmente ad alcuni piace, ad altri no. Alcuni lo amano, altri no… E’ LA VITA!
- Ho avuto la necessità di crearmi due personalità distinte: quella dell’editore spietato, e quella dell’artista scanzonato. Certo, fisicamente è stancante, ma ottengo ottimi risultati.
- (Un suo quadro appeso ad una parete di casa riporta la scritta a caratteri giganteschi: TRY TRY AGAIN).
- Non è per falsa modestia, davvero, ma io non credo di aver talento. Sul serio, ho l’assoluta e fastidiosa certezza di non essere capace di creare qualcosa a comando.
- E’ opinione comune che fare qualcosa di bello accresca l’autostima, ma con le idee credo sia il contrario: per ogni buona idea che hai, ti senti sempre più in difficoltà perché diventa via via più difficile ripetersi, anche se è possibile. E’ a questo punto che subentra l’angoscia, quando mi dico che non sono abbastanza bravo e ho paura di aver finito le idee.
Ci si misura con un momento fortunato, e proprio questo è così straziante.
(Ad esempio) Immagina di aver avuto un’idea brillante 3 anni fa, e che il cliente te ne chieda un’altra. Ti chiedi:” come faccio?, ho vinto alla lotteria una volta ma non si può chiedere di riuscirci ancora. E’ una cosa che ancora prima di pensare a realizzare mi fa dire:”sono un fallito”.
Ma quando ho capito che quelle paure avrebbero potuto rovinare il mio lavoro, ho deciso che dovevo affrontarle.
Tu dirai:” Rilassati!!! non essere troppo duro con te stesso”.
Non sono affatto d’accordo. Bisogna esercitarsi e migliorarsi.
Tutti gli atleti o musicisti si esercitano ogni giorno, perché mai dovrebbe essere diverso per un artista? - L’idea di fondo della musica pop non è inventare una storia nuova, ma raccontare la stessa storia di nuovo, in modo diverso ed interessante. La gente ha cantato l’amore per 500 anni. L’idea che c’è dietro è rifarlo diversamente, per farti dire:” Hey, fino ad oggi nessuno l’aveva fatto in un modo così bello”.
La puntata termina accompagnata da “This Magic Moment” by Lou Reed
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