Quella strana agitazione che ci assale prima di un servizio fotografico di matrimonio

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Tutti noi abbiamo bisogno di certezze, basiamo la nostra vita su ciò che conosciamo e questo ci rassicura.
Ogni fotografo di matrimonio è consapevole che il servizio si svolgerà in modo pressoché identico al 90% dei matrimoni già scattati precedentemente.
Eppure c’è sempre quell’ agitazione che ci assale come se ogni volta andassimo incontro a qualcosa di nuovo.
I più fortunati trascorrono un turbamento solo prima della stagione, altri prima di ogni singolo evento.
Negli ultimi periodi ho avuto modo di affrontare varie volte questo argomento con diversi colleghi e tutti hanno confermato che c’è sempre un po’ di irrequietezza, sonni disturbati, batticuore e quant’altro.

Dal giorno precedente si inizia a pensare a tutto ciò di cui si ha bisogno per il servizio fotografico.
Si mettono in carica le batterie, si puliscono le lenti, si prepara lo zaino e si sceglie l’abbigliamento adatto, dopo aver studiato il tragitto per arrivare a casa della sposa e poi in Chiesa.
Ci si vorrebbe riparare da qualsiasi imprevisto. Ma perché ancora non riusciamo a stare tranquilli?

Non abbiamo sufficienti certezze?

Sì, il motivo potrebbe essere quello.
Il nostro lavoro è costellato da imprevisti dovuti principalmente al mezzo che utilizziamo per lavorare (fotocamera) e a quello che utilizziamo per spostarci (auto, treno, aereo, piedi).
Non possiamo mai essere certi che tutto sia impeccabile, in orario, perfetto, e questo ci crea una certa ansia.
Inoltre dobbiamo lottare contro il gufetto che, aggrappato alla spalla ci sussurra:” Non puoi sbagliare perché questo è un giorno irripetibile!!!”
Dobbiamo quindi fare i conti con l’ enorme responsabilità che sappiamo di avere quel giorno.
I clienti si aspettano da noi il miglior ricordo della loro giornata di nozze, una fiducia che non possiamo tradire, ma che inevitabilmente ci altera il battito cardiaco.
In tutto ciò poi dobbiamo dimostrare che valiamo di più degli altri fotografi che la coppia ha scartato.

Ma dimostrarlo come, se la fotografia è così soggettiva?
Ecco un altro tassello al nostro puzzle: la preoccupazione di essere “giudicati” dai nostri clienti committenti, e da quelli futuri che, vedendo il servizio, decideranno se affidarsi a noi o a qualcun altro, decretando il nostro sostentamento futuro.

In due parole, se pensate che il vostro fotografo si stia divertendo, e che lo stiate pagando troppo per quello che sta facendo, sappiate che avete ingaggiato probabilmente un bravissimo attore.
Con una paga quindi da teatro di quart’ordine, meriterebbe invece l’oscar per come riesce ad interpretare divinamente la parte di “Don’t Worry, va tutto bene”, ma che in realtà dentro di sé si sta insultando aspramente per almeno una di queste cause:

A) aver dimenticato di cambiare gli iso uscendo di chiesa

B) aver bloccato casualmente il punto di messa a fuoco in alto a destra (invisibile nel mirino per qualche istante)

C) non aver brutalizzato subito l’invitato con la Reflex che ora gli sta a fianco durante lo scambio delle fedi

D) essere passato inavvertitamente da Auto Focus a Manual Focus (e non viceversa per i minuti successivi)

E) aver indossato quel paio di scarpe nuove (scomodissime) per il matrimonio a Venezia (tutta ponti e calli)

F) aver deciso di passare da Canon a Nikon, e accorgersi nel più bello che molti settaggi sono del tutto all’opposto delle proprie abitudini

G) … ??? (avete qualcosa da aggiungere?) …

Si fa per scherzare,
Buon inizio stagione a tutti!